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Il pagello fragolino (Pagellus erythrinus)
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appartiene alla famiglia
degli sparidi e presenta un corpo allungato ovale, lateralmente
compresso e con il profilo della testa tondeggiante. Le sue mascelle
sono fornite di denti piccoli e acuti, seguiti da molari di
dimensione. L’occhio ha un bel colore giallo vivo, ed è racchiuso in
un’orbita leggermente più grande soprattutto negli individui adulti.
Il suo colore rosa, molto intenso e privo di fasce, ha presente
piccole e rade macchie azzurre, nella parte dorsale. Il peso medio
si aggira fra i 300 ed i 400 grammi, ma gli esemplari più grandi
arrivano ad oltre due chili ed i sessanta centimetri di lunghezza.
Preferisce le zone fangose o con alternate roccia e posidonia, dove
grufola sul fondo alla ricerca di piccoli animaletti. Si trova dai
20 agli 80 metri e nelle zone ove la costa presenta scogliere a
strapiombo non esita ad avvicinarsi fino a pochi metri da riva.
Durante
la riproduzione, tra i mesi di aprile e maggio, ricerca scogli
isolati dove è possibile trovare branchi molto numerosi. Il pagello
si alimenta con molluschi, gamberi ed altri crostacei, vermi, larve
di pesci, e anche alghe che trova sulle rocce o nelle praterie di
posidonia. Pasto sicuramente preferito il paguro. Le sue carni sono
molto prelibate ed è un pesce molto ricercato sui banchi. Questo
pesce è fortemente gregario, e di solito si riunisce in branchi più
o meno numerosi, spesso in compagnia di altri pesci quali sciarrani,
saraghi, menole, boghe e altre specie che condividono lo stesso
habitat. Staziona sempre nelle stesse zone e difficilmente le
abbandona. Nel periodo estivo abbandona le acqua poco profonde per
farvi ritorno nella stagione invernale, a seconda delle condizioni
metereologiche.
La pesca.
Come
precedentemente detto il fragolino preferisce zone fangose con
scogli isolati e quindi, per la ricerca dei posti migliori è
necessario l’uso di un buon ecoscandaglio. Questo strumento è in
grado di fornirci precise informazioni sul profilo del fondo, sulla
sua consistenza, sulla natura e sulla presenza o meno di branchi.
Specialmente nella stagione invernale, in una buona giornata, è
possibile, purchè si disponga delle esche necessarie e di quelle
maggiormente gradite, di fare il suo incontro. Anche il gambero di
paranza, fresco, è una esca graditissima. Anche altri gamberi (di
fosso o di fascina) rendono bene, ma vengono più facilmente
aggrediti da altri pesci presenti sul fondo.
L’ancoraggio.
Individuato il branco
con l’uso dell’ eco bisogna capire subito il
senso del vento e della corrente, montare di qualche metro il branco
e gettare l’ancora a corto, possibilmente con un bel tratto di
catena (3 o 4 metri). L’ancora deve fare presa subito, per evitare
di scarrocciare e perdere il contatto con il branco. Se il primo
ancoraggio non va a buon fine, è
inutile attendere oltre, bisogna ripeterlo tante volte sino a quando
non siamo posizionati nei pressi degli scogli e sul branco. Le ore
migliori per la pesca al pagello sono quelle di prima mattina, anche
se spesso, soprattutto in presenza di un grosso branco, anche le ore
centrali della giornata sono gradite. Quando il pesce “mangia”
bisogna approfittarne ed essere veloci anche nel salparli a bordo.
Questi momenti non durano molto.
L’attrezzatura.
Una
canna in carbonio dai tre ai quattro metri molto rigida ma con il
cimino sensibile rappresenta l’attrezzatura ideale. Il Fragolino non
mangia l’esca, ma la succhia. Di conseguenza è necessario un cimino
molto sensibile ed un occhio esperto. Il mulinello ideale dovrà
avere una frizione sensibile e potente, vista la possibilità di
catture di pesci
oltre i due chili. Il calamento sarà composto da tre ami, con il
piombo inserito poco al di sotto dell’inizio del bracciolo più
basso. Il finale sarà composto con del buon 0,40/0,35, ed i
braccioli con lo 0,25/0,30. Usando la canna anziché la vecchia lenza
a mano è possibile scendere per i braccioli al di sotto dello 0,25,
ma il rischio è grosso. Il pagello appena imboccata l’esca, inizia
delle poderose testate e, specie se il pesce è di peso, non sarà
opera facile portarlo a pagliolo.
Appena
in prossimità della barca dovremo disporre di un guadino a bocca
larga per recuperare la nostra preda. Anche in questa pesca, come
per la traina, se si cattura un pesce di taglia, è necessario il
pompaggio per sollevarlo i primi metri e metterlo in difficoltà.
D'altronde è quello che ogni pescatore sportivo, alla sua uscita in
mare, spera di mettere in atto.
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